Recuiting e Consulenza del Lavoro: analisi della lettera di impegno all'assunzione

Recruiting e Consulenza del Lavoro: la lettera di impegno all'assunzione.

Il lavoro dell’Head Hunter non termina con l'individuazione del professionista che meglio ricopre il fabbisogno dell’azienda cliente, ma prosegue con la fase di negoziazione e trattativa.

Infatti, al termine di un iter di Recruiting, spesso accade che l’azienda debba formulare una lettera d’impegno all’assunzione che precede la sottoscrizione del contratto nella quale vengono definiti, nero su bianco, i termini dell’ingaggio professionale.

Tale documento, dal punto di vista giuridico, costituisce una scrittura privata e dipende dalle regole generali del Codice Civile, in particolare quelle previste per i contratti.

Più precisamente, se è firmata solo dal datore di lavoro, rappresenta un atto unilaterale: una proposta contrattuale che impegna esclusivamente il datore stesso, lasciando il candidato libero di accettare o rifiutare l'offerta senza alcuna conseguenza. Se invece è sottoscritta da entrambe le parti, assume il valore di un vero e proprio contratto preliminare, che le obbliga reciprocamente a concludere il contratto definitivo di lavoro in un momento successivo nei modi e nei tempi concordati.

Per questa ragione è importante che la lettera d’intenti contenga:

  • Dati del datore di lavoro e del lavoratore
  • Tipologia contrattuale (tempo determinato/indeterminato, apprendistato, ecc.)
  • Data di inizio e, se previsto, termine del rapporto
  • Mansione e livello inquadramento (secondo il CCNL)
  • Sede di lavoro
  • Retribuzione e riferimento al contratto collettivo
  • Clausole particolari (es. periodo di prova, condizioni sospensive come il superamento della visita medica, ecc.)
  • Termine ultimo per la firma e la validità della proposta contrattuale
  • Firma di entrambe le parti

Inadempimento

Se la lettera di impegno è firmata da entrambe le parti, si configura come un contratto preliminare, il cui mancato rispetto può costituire inadempimento contrattuale. In tal caso, è necessario distinguere se l’inadempiente sia il datore di lavoro o il lavoratore.

Nel primo caso, il lavoratore può agire giudizialmente per ottenere una sentenza che produca gli effetti del contratto di lavoro, a condizione che la lettera contenga tutti gli elementi essenziali del rapporto e che la richiesta sia tempestiva. In alternativa, può chiedere la risoluzione dell’impegno e il risarcimento del danno, ai sensi dell’art. 1453 c.c.
La revoca della proposta da parte del datore può invece ritenersi legittima ed escludere il risarcimento se il lavoratore ha violato obblighi di correttezza e buona fede nella fase della trattativa, ad esempio omettendo informazioni rilevanti su precedenti rapporti lavorativi.

Se invece è il lavoratore a non rispettare l’impegno, può essere chiamato a risarcire il danno subito dal datore. Quest’ultimo può prevedere nella lettera una clausola risolutiva che faccia decadere automaticamente l’impegno all’assunzione, come ad esempio, in caso di mancata presentazione del lavoratore alla data concordata tutelandosi così da obblighi futuri.

Le parti possono inoltre stabilire una penale che predetermini il danno da inadempimento, facilitandone la quantificazione. È stata ad esempio ritenuta legittima una clausola che fissa la penale nell’importo corrispondente all’indennità sostitutiva del preavviso prevista dal contratto collettivo applicato. In assenza di penale, sarà il giudice a determinare il danno in via equitativa, valutando la perdita di un’occupazione o un’opportunità lavorativa per il professionista, oppure, per il datore, le spese sostenute per trovare un sostituto o il pregiudizio economico derivante dalla mancata prestazione.

Il punto di vista dell’azienda

Per un’azienda, la lettera di impegno all’assunzione rappresenta uno strumento strategico. Serve a formalizzare l’accordo raggiunto con un candidato prima della stipula vera e propria del contratto di lavoro. È particolarmente utile nei casi in cui l’assunzione non possa avvenire immediatamente, ad esempio, perché il candidato deve rispettare un periodo di preavviso o attendere la chiusura di un progetto.
Questo documento consente di “vincolare” il candidato, evitando che accetti altre offerte nel frattempo e definendo le condizioni principali della proposta. Inoltre, permette di tutelarsi introducendo clausole come le condizioni sospensive e/o una penale.
Nel complesso, l’azienda guarda alla lettera come a una tappa intermedia tra processo di Selezione e contratto, ma con un certo peso giuridico. È uno strumento di equilibrio tra velocità operativa e certezza dei rapporti.

Il punto di vista del candidato

Per il candidato, la lettera di impegno all’assunzione rappresenta molto più di una semplice formalità burocratica: è un passaggio decisivo che segna il punto di svolta tra una trattativa informale e l’avvio concreto di un nuovo percorso professionale. Questo documento, infatti, ha un valore simbolico e pratico rilevante, perché traduce in forma scritta e vincolante la volontà dell’azienda di procedere con l’assunzione, andando oltre le dichiarazioni di intenti o le promesse verbali.
La sottoscrizione della lettera offre al candidato un importante senso di certezza e stabilità, elementi particolarmente rilevanti in una fase delicata come quella di transizione da un impiego all’altro. Dal punto di vista psicologico, poi, la lettera di impegno contribuisce a rafforzare il rapporto di fiducia tra il lavoratore e la futura azienda, alimentando la motivazione e la preparazione all’ingresso nel nuovo ruolo. È anche un segnale di serietà e correttezza da parte del datore di lavoro che dimostra così di voler gestire la fase preassuntiva con trasparenza e responsabilità.

Il punto di vista dell’Head Hunter

L’Head Hunter rappresenta il punto di raccordo tra le esigenze dell’azienda e le aspettative del candidato, svolgendo un ruolo duplice: da un lato, supporta l’azienda nel formalizzare l’impegno verso il futuro dipendente, evitando rischi legali; dall’altro, accompagna il candidato nella fase di transizione, chiarendo eventuali dubbi contrattuali. Proprio in questa fase, spesso è il Recruiter a proporre l’utilizzo della lettera di impegno, soprattutto quando la Selezione si è conclusa positivamente ma non è ancora possibile firmare il contratto definitivo. In tali circostanze, l'Head Hunter aiuta a costruire un terreno d’intesa, favorendo una comunicazione chiara e prevenendo possibili incomprensioni o fraintendimenti.
Nel periodo che intercorre tra la firma della lettera di impegno e la formalizzazione del contratto, l’attività del Recruiter prosegue, spesso in modo discreto ma costante. Mantiene attivo il dialogo tra le parti, monitora eventuali segnali critici, come l’arrivo di una controfferta o un possibile ripensamento del candidato, e vigila affinché le tempistiche concordate siano rispettate.
Per l’Head Hunter, quindi, la lettera di impegno non è solo un passaggio tecnico, ma un momento cruciale della trattativa. È uno strumento che bilancia garanzie e fiducia reciproca, e rappresenta una leva strategica per accompagnare entrambe le parti fino alla conclusione positiva del percorso di inserimento.

 

 

Copia di 800*418 IMMAGINE DI FONDO + SCRITTA - 17

Sue Ellen Lunardi
Recruitment Consultant
Head Hunter
Consulente del Lavoro

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