La nostra Head Hunter e Consulente del Lavoro ci spiega la gestione del preavviso.

Recruiting e Consulenza del Lavoro: il Preavviso.

Il preavviso è il periodo di tempo che deve intercorrere tra la comunicazione di recesso dal contratto di lavoro (dimissioni o licenziamento) e la cessazione effettiva del rapporto.

Serve a tutelare entrambe le parti: Il datore di lavoro, che ha il tempo di sostituire il professionista uscente, e il lavoratore, che può cercare un nuovo impiego senza perdere reddito immediatamente.

 L’obbligo di preavviso non sussiste nei seguenti casi di risoluzione del rapporto: 

  • Per giusta causa
  • Durante o al termine del periodo di prova
  • Allo scadere del contratto a tempo determinato
  • Risoluzione consensuale del rapporto di lavoro
  • Dimissioni volontarie durante il periodo della maternità
  • Dimissioni volontarie del genitore (madre o padre) nei primi 12 mesi di vita del figlio
  • Per mancata ripresa del servizio a seguito di reintegrazione

Il contratto individuale di lavoro, stipulato tra  azienda e professionista, non può escludere l’obbligo di preavviso previsto dalla legge o dal contratto collettivo nazionale di lavoro, tuttavia, può prevedere condizioni più favorevoli per il lavoratore, come termini di preavviso più lunghi rispetto a quelli fissati dal CCNL.

Generalmente la durata del preavviso è stabilita dai contratti collettivi a seconda della categoria del lavoratore (operaio, impiegato, Quadro o Dirigente), del livello di inquadramento, dell’anzianità di servizio e a seconda che si tratti di ipotesi di licenziamento o dimissioni. 

Di seguito un esempio della durata di preavviso prevista da uno dei CCNL più diffusi:

CCNL TERZIARIO CONFCOMMERCIO

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Il periodo di preavviso decorre in modo diverso a seconda del contratto collettivo applicato.
Ad esempio, nel CCNL Terziario Confcommercio, il preavviso inizia a decorrere dal 1° o dal 16° giorno del mese successivo alla comunicazione di recesso. Nel CCNL Metalmeccanico, invece, la decorrenza parte dal giorno successivo alla data in cui l’altra parte riceve la comunicazione di dimissioni o licenziamento.

I giorni di preavviso si contano in giorni di calendario, salvo diversa previsione contrattuale e il decorso del preavviso si sospende in caso di eventi che interrompono la prestazione lavorativa, come malattia o ferie.

Cosa succede se non si rispetta il preavviso?

E’ prevista l’indennità sostitutiva del preavviso che rappresenta un compenso economico riconosciuto nel momento in cui una delle due parti decide di interrompere il rapporto lavorativo senza rispettare i tempi previsti. In sostanza, questa somma ha lo scopo di compensare l’assenza di prestazione lavorativa che sarebbe dovuta avvenire durante tale periodo. Il calcolo dell’indennità si basa sulla retribuzione globale (Per approfondire la differenza tra retribuzione annua lorda, globale e totale leggete il nostro precedente articolo: Recruiting e Consulenza del Lavoro: RAL, RAG e RAT… Che confusione!).

Il ruolo del preavviso nel processo di Recruiting

Quando si gestisce un iter di Recruiting, è fondamentale considerare il punto di vista dei tre attori coinvolti: l’azienda, il candidato e l’Head Hunter. Ognuno di loro ha obiettivi specifici e affronta dinamiche differenti, in particolare quando si parla di tempistiche di inserimento e gestione del preavviso.

Il punto di vista dell’azienda
Per l’azienda, è fondamentale inserire il nuovo collaboratore nei tempi previsti assicurando una transizione ben organizzata e senza intoppi, in modo da evitare vuoti operativi o rallentamenti nelle attività. Le tempistiche di inserimento sono importanti perché il periodo di preavviso del candidato può ritardare l’ingresso effettivo, compromettendo la pianificazione interna. Se l’arrivo del nuovo collaboratore non coincide con l’uscita di chi lo precede, si rischiano sovrapposizioni o, al contrario, periodi scoperti che possono richiedere soluzioni temporanee come l’assunzione di personale interim.

Il punto di vista del candidato
Dal lato del professionista, la priorità è chiudere in modo corretto e professionale il rapporto con l’attuale datore di lavoro. Questo comporta non solo il rispetto degli obblighi legali legati al preavviso, ma anche la volontà di mantenere relazioni positive e non compromettere la propria reputazione professionale. Il preavviso è spesso vissuto come un periodo delicato, sia dal punto di vista emotivo che organizzativo. Il candidato può trovarsi sotto pressione, stretto tra le esigenze del vecchio datore e quelle del nuovo. È pertanto essenziale che sia trasparente fin dall’inizio, comunicando con chiarezza le tempistiche realistiche per l’ingresso, così da evitare incomprensioni o aspettative irrealistiche.

Il punto di vista dell’Head Hunter
L’Head Hunter ha un ruolo chiave nel gestire le tempistiche legate all’assunzione, fungendo da ponte tra azienda e candidato. Oltre a coordinare l’ingresso del nuovo collaboratore, ha il compito di mantenerne alta la motivazione durante la fase di transizione, riducendo il rischio che possa accettare controfferte o decidere di rinunciare all’opportunità. Per svolgere al meglio questo compito, è fondamentale che già nelle prime fasi del processo raccolga informazioni precise sulla reale disponibilità del candidato, così da poter valutare eventuali soluzioni alternative, come la possibilità di negoziare con l’attuale datore di lavoro una riduzione del periodo di preavviso. In tutto questo, la comunicazione trasparente con l’azienda cliente è essenziale per garantire un allineamento chiaro sulle tempistiche. In alcuni casi, è possibile adottare strumenti che agevolano l’ingresso anticipato del candidato, come l’offerta di un entry bonus o l’assunzione da parte dell’azienda del costo della penale prevista per la mancata osservanza del preavviso, rendendo così il processo di inserimento più rapido ed efficace.

 

 

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Sue Ellen Lunardi
Head Hunter
Recruitment Consultant
Consulente del Lavoro

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