Il nostro Head Hunter Alberto Baroni racconta la sua esperienza di Recruiter

I nostri Head Hunters… Candidati per un giorno!

 Porre domande e indagare sugli aspetti professionali dei candidati è il loro pane quotidiano. Abbiamo deciso di mettere alla prova i nostri Head Hunter e portarli, per una volta, dall’altro lato della barricata. Vediamo come se la caverà il nostro Head Hunter Alberto Baroni!

Buongiorno Alberto, innanzitutto come ci si sente ad essere nei panni dell’intervistato?

Buongiorno. Direi che fa un certo effetto ritrovarsi nei panni di chi risponde. Normalmente sono io a condurre il dialogo, ma trovo utile ogni tanto fermarsi e raccontarsi: aiuta a riflettere sul proprio percorso.

Parlaci di te, qual è la tua area di specializzazione e di intervento?

Mi occupo di Head Hunting dal 2018 e negli anni ho avuto modo di lavorare su profili diversi, principalmente middle e senior management. Opero soprattutto nel territorio della Lombardia e del nord Italia. Ciò che mi appassiona di più del mio lavoro è comprendere a fondo i contesti aziendali e strutturare il prcesso di Ricerca e Selezione di conseguenza.

Quali sono le figure professionali che maggiormente i clienti ti chiedono di ricercare?

Negli ultimi anni la richiesta si concentra molto su profili tecnici ed ingegneristici. Parallelamente, rimane costante l’esigenza di manager capaci di guidare e motivare team eterogenei in contesti organizzativi sempre più esigenti e complessi.

Quali sono le skills più richieste dalle aziende?

Oltre alle competenze tecniche, che ovviamente variano a seconda del settore, c’è sempre più attenzione verso le soft skills: capacità di adattamento, problem solving, leadership collaborativa, orientamento ai risultati e intelligenza emotiva. Sono queste le leve che fanno davvero la differenza in un contesto lavorativo in continua evoluzione.

Quali ritieni siano le principali competenze che un dipartimento HR dovrebbe ricercare nel personale da assumere?

Credo che dipartimenti HR, Dirigenti e Imprenditori, oltre a valutare l’esperienza specifica o la coerenza curriculare, debbano concentrarsi sempre più su attitudine, potenziale e motivazione. Spesso una persona con mentalità aperta e flessibile, pronta a integrarsi nella cultura aziendale, rappresenta un investimento migliore di un profilo “perfetto” solo sulla carta, perché le competenze tecniche e specifiche possono essere formate successivamente. “Hire for attitude, train for skills”.

Quali sono le principali difficoltà che incontri nello svolgimento del tuo lavoro?

La sfida principale di oggi è la scarsità di talenti e il mismatch tra le competenze disponibili sul mercato e quelle richieste dalle aziende. A questo si aggiunge la velocità: i migliori professionisti ricevono più proposte contemporaneamente, è quindi fondamentale saperli attrarre e coinvolgere rapidamente.

Ti confronti quotidianamente con imprenditori e Responsabili HR. Qual è il tuo approccio nella fase di analisi del fabbisogno aziendale e quali ritieni siano le principali caratteristiche che ti rappresentano come professionista?

Direi che il mio approccio è contraddistinto dall’ascolto attivo, presto la massima attenzione non solo alle parole, ma anche alle emozioni e al contesto. Non mi limito a raccogliere una job description, ma cerco di comprendere la cultura aziendale, i valori, le dinamiche interne. Questo mi permette di essere un vero partner strategico. Penso che le caratteristiche che mi contraddistinguono siano la trasparenza, la curiosità e la concretezza. 

Quale valore aggiunto porta un Head Hunter alle aziende che affidano alla sua professionalità le loro esigenze di recruiting?

Il principale valore aggiunto di un Head Hunter consiste nel fornire alle aziende un punto di vista esterno, capace di osservare quotidianamente le dinamiche del Recruiting da una prospettiva privilegiata. Allo stesso tempo, anche i candidati traggono beneficio dal confronto con professionisti indipendenti, che li supportano nella valutazione delle opportunità e nei delicati momenti di transizione, contribuendo a rendere maggiormente positiva la loro esperienza complessiva.

Secondo la tua opinione, come viene percepito all’esterno il ruolo dell’Head Hunter?

La percezione del ruolo di Head Hunter è ancora molto eterogenea: alcuni ci considerano professionisti preziosi, altri ci vedono più come semplici fornitori di CV. Credo però che questa visione stia evolvendo, e sempre più aziende riconoscano il valore strategico di un approccio consulenziale nella selezione del personale.

In 10 anni l’attività di Ricerca e Selezione di Personale è notevolmente mutata. Quali scenari prevedi e quali ritieni saranno i trend del futuro?

La domanda più difficile dell’intervista. Di certo la Ricerca e Selezione di personale sarà sempre più supportata da tecnologia e intelligenza artificiale. Ciò che però continuerà a fare la differenza sarà la componente umana: intelligenza emotiva, capacità di capire le persone e comprendere dinamiche complesse.

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